Che la Coppa Italia sia una manifestazione di second’ordine in Italia è cosa ormai risaputa, ormai da anni sono in molti a chiedersi il perchè il format della coppa nazionale italiana non sia allineato a quello degli altri campionati europei
Dai, diciamocelo. Ogni anno è la stessa storia. Arriva la Coppa Italia e, chiariamoci, non è che ci si aspetti chissà cosa. Ormai è palese, cristallino: la nostra coppa nazionale è diventata il parente povero, il cugino sfigato delle grandi coppe europee. E io, da tifoso vero, uno che si sbatte per la sua squadra, mi chiedo: ma perché? Perché non riusciamo ad avere una competizione che, come in Inghilterra o in Germania, ti fa emozionare, ti fa sognare la piccola che batte la grande, ti tiene incollato alla TV?
Invece no. Qui da noi, la Coppa Italia è quasi un fastidio. Un impegno in più da mettere nel calendario già intasato, da affrontare magari con le riserve, con la testa già alla prossima di campionato o, peggio, alla Champions. E questo, amici miei, fa male. Fa male al calcio italiano, fa male a noi tifosi.
Coppa Italia:Ma che diavolo succede?
Proviamo a capirci qualcosa, perché non è che siamo nati ieri. Ci sono un bel po’ di motivi per cui la Coppa Italia è finita nel dimenticatoio:
- Calendario da incubo: Ma vi rendete conto quante partite devono giocare le squadre di Serie A? Tra campionato, coppe europee e nazionali, la Coppa Italia diventa l’ultima ruota del carro. E si vede, eh!
- Format che non ti fa battere il cuore: Entrano le big solo alla fine, la partita secca in casa della squadra più forte… ma dove sta il brivido? Dove sta la favola? Le sorprese sono un miraggio. In Inghilterra vedi squadre di sesta divisione che fanno il colpaccio e qui? Niente, la solita minestra riscaldata.
- Non frega niente a nessuno (o quasi): Poca visibilità mediatica, pochi soldi che girano, e quindi? Nessuno ci crede, nessuno investe. È un cane che si morde la coda.
- Stadi vuoti che fanno tristezza: A volte vedi gli spalti vuoti che ti viene la malinconia. Orari improponibili, giorni infrasettimanali… chi è che va allo stadio di martedì sera alle sei per una partita di Coppa Italia che magari finisce 3-0?
- La percezione da “serie B”: Ormai è radicata l’idea che vincere la Coppa Italia sia una specie di contentino. Non ti dà lo stesso prestigio di uno Scudetto o di una Champions. E questa mentalità si riflette sull’impegno in campo.
Rilanciamo questa Coppa, dai!
Ma allora, che facciamo? Ci arrendiamo? Io no! Credo che la Coppa Italia abbia un potenziale enorme, e basterebbe poco per farla tornare grande. Dobbiamo prendere esempio dagli altri, non c’è niente di male.
- Cambiamo ‘sto format! Facciamo in modo che le piccole possano sognare davvero. Magari gironi eliminatori anche per le squadre di Serie A, o partite di andata e ritorno anche nei turni iniziali. Così aumenta l’incasso e lo spettacolo!
- Premiamo chi ci crede! Diamogli un po’ di soldini in più alle squadre che fanno strada, anche se sono di categorie inferiori. Almeno si sbattono!
- Facciamo un po’ di marketing, cavolo! Raccontiamo le storie, creiamo un’identità forte per la Coppa Italia. Non è solo un trofeo, è storia, è passione!
- Organizziamoci meglio! Trovare il giusto slot nel calendario, magari concentrando i turni per non stressare troppo i giocatori.
- La finale: che sia una festa! Manteniamo la finale in campo neutro, in uno stadio da brividi, e trasformiamola in un evento per tutti. Non solo per i tifosi delle due squadre, ma per tutta Italia!
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